La legislazione in materia di concorsi pubblici è cambiata molto negli anni e continua a cambiare soprattutto oggi in piena pandemia, muovendosi sempre più verso concetti quali: legalità, trasparenza, imparzialità, efficienza e buon andamento.
All’elenco oggi si deve aggiungere un termine che entrerà sempre più a far parte della realtà della pubblica amministrazione, ovvero quello della digitalizzazione e dei concorsi pubblici digitali.
Il Governo ha infatti introdotto nuove modalità di concorso, che rientrano tra le misure di contrasto dell’epidemia da Coronavirus, che prevedono prove decentrate, anche in modalità telematica, e test di accesso più rapidi con l’obiettivo di accelerare, semplificare e digitalizzare le procedure concorsuali.
Con l’informatizzazione delle procedure concorsuali, emergono però anche criticità e sfide che la PA deve affrontare per rendere i nuovi metodi conformi alla normativa privacy.
Quali passi deve fare dunque la PA per assicurare concorsi basati su imparzialità, trasparenza e legalità?
Di seguito affronteremo:

1. Come cambiano i concorsi in tempi di Coronavirus
2. Quali sono le ultime novità previste in termini legislativi
3. Quali passi deve fare la Pubblica Amministrazione per assicurare trasparenza, imparzialità e tutela dei diritti durante lo svolgimento di un concorso
4. Approfondimenti

1.Come cambiano i concorsi in tempi di Coronavirus

Le norme anti-contagio da Coronavirus, oltre a prevedere la necessità di evitare gli assembramenti, hanno reso anche impossibile effettuare le prove concorsuali in grandi spazi e con la partecipazione di moltissime persone, come invece accadeva in periodo pre contagio. Il Ministero della Pubblica Amministrazione ha quindi pubblicato il primo Bando-Tipo, ovvero un modello di riferimento predefinito, che sarà usato per i prossimi concorsi pubblici per il reclutamento di personale di Area II e III (funzionari).
Gli obiettivi individuati, oltre a quello principale di avviare procedure concorsuali semplici, veloci e digitali, sono: accrescere l’efficienza dell’organizzazione e dell’azione amministrativa, assicurare l’inserimento di nuove risorse e competenze innovative, assecondare la necessità di dislocare le prove sui territori con un’informatizzazione completa ed evitando gli assembramenti, dare il giusto valore alle competenze trasversali, tecniche e attitudinali dei candidati.

2.Quali sono le ultime novità previste in termini legislativi

Con il Decreto Agosto (decreto legge 14 agosto 2020, n. 104), i bandi di concorso diventano più veloci, semplici e digitali, rendendo definitive le nuove procedure introdotte, in via sperimentale, dal Decreto Rilancio (decreto legge 19 maggio 2020, n. 34). Se infatti la modifica dei concorsi in forma digitale era stata prevista fino al 31 dicembre 2020, con il nuovo provvedimento legislativo decade il limite temporale fissato in precedenza e diventano definitive le nuove modalità di selezione indicate nell’articolo 247 del Decreto Rilancio, sia per i concorsi pubblici in atto che per i nuovi concorsi che saranno banditi nel 2021.

3.Quali passi deve fare la Pubblica Amministrazione per assicurare trasparenza, imparzialità e tutela dei diritti durante lo svolgimento di un concorso

Già nella prima fase di stesura del bando andrebbero individuate le modalità attraverso le quali assicurare il rispetto dei diritti e dati personali del candidato. Ad esempio: decidere di utilizzare una piattaforma dedicata per le candidature (clicca qui per vedere un esempio) o accettare che possano essere inviate attraverso PEC o e-mail sono decisioni che portano con sé rischi, autorizzazioni e misure di sicurezza differenti che devono essere valutati a monte.
È poi necessario che la raccolta delle candidature debba essere fatta da personale formato, espressamente autorizzato e vincolato al segreto sia che si tratti di soggetti interni o esterni alla struttura.
Altro elemento al quale dedicare particolare attenzione è la realizzazione delle graduatorie: già il primo screening delle candidature porta all’esclusione di tutti quei candidati che per qualunque motivazione non vengono ammessi a partecipare alle fasi successive del concorso (es. mancanza di requisiti, ritardo nella presentazione della domanda ecc.). Ebbene, uno degli errori nei quali incappano spesso gli Enti pubblici è quello di pubblicare sui propri siti l’elenco dei candidati con indicati gli ammessi, i non ammessi e i relativi motivi di esclusione. A tal proposito, occorre far attenzione a pubblicare solo i dati pertinenti e necessari ad individuare i soggetti (come ricordano le Linee Guida del Garante privacy del 15 maggio 2014, pubblicate in Gazzetta Ufficiale n. 134 del 12 giugno 2014).
Ad ogni modo, per evitare eventuali inconvenienti, è sempre meglio per la PA coinvolgere il proprio DPO in tutte le fasi sopra citate, il quale solo se partecipe potrà consigliare al meglio il Titolare, aiutarlo nel valutare i possibili rischi e suggerirgli gli accorgimenti necessari per essere conformi ed evitare un boom di ricorsi indesiderati.

4.Approfondimenti.

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